Dal finestrino del treno vedo due ragazzi baciarsi, intensamente, stretti stretti… non si vorrebbero separare. Lei gli accarezza il viso, forse asciugandogli due lacrime ribelli, forse solo un po’ di fumo negli occhi. Si tengono per mano cercando di ritardare il momento dell’addio, o forse solo dell’arrivederci. E già la voce metallica annuncia la partenza immediata. Li osservo dal mio finestrino, senza poter fare a meno di sorridere dolcemente. Lei stringe qualcosa, gli soffia un bacio sul palmo della mano, sorride, ma le gambe ballano nervose. E i piedi non riescono a stare fermi. Avranno diciasette anni, probabilmente pensano che questo sia l’amore della loro vita… solo il tempo potrà dirlo. E improvvisamente mi sento vecchia, piena di nostalgia per i miei diciasette anni, di tenerezza per questi ragazzi, che mi ricordano tante cose, vecchie e nuove. Poco più di una settimana fa ero io a stringere una mano, e ad accarezzare un volto per un arrivederci. Strana la vita, alle volte si ripete sempre uguale a sé stessa. Una scena già vissuta mille volte, mille volte in maniera diversa. Tra lacrime e singhiozzi quando ero ragazzina, in maniera composta con i miei trent’anni… e con il cuore carico della speranza di un prossimo ritrovarsi.
Penso spesso al futuro, pianificando, o almeno tentando di pianificare le cose. Prevedendo una serie di scelte, che spesso si compiono, portando man mano alla realizzazione di sogni e progetti. Non so bene quando ho iniziato, ricordo che a diciotto anni affidai la mia vita ad un tiro di dadi. Oggi, invece, mi rendo conto che sono esattamente dove volevo essere, che a partire da quel tiro di dadi, ho costruito una strada, mattone dopo mattone, che mi porta ad essere oggi la donna che volevo essere.
E ogni volta che una scelta, un progetto, un desiderio si compie, ritrovo non la gioia di un evento compiuto, ma l’euforia di una nuova esperienza. L’avevo desiderato qualche tempo fa, avevo trovato connessioni, stimato i vantaggi professionali, considerato la crescita personale. Oggi l’ho fatto: mi sono iscritta ad un corso di portoghese.
Questa mattina ho bisogno di calma intorno, di silenzio, di pace. Una doccia calda, la colazione in silenzio, un libro per passare il tempo prima di recarmi in ufficio. Ho bisogno di integrare il silenzio in me, di ingerire calma e tranquillità.
E mentre mi vesto per uscire, mi concedo pochi suoni capaci di cullare il mio animo agitato.
Il tè delle 5h.
Una tazza di tè è come un bouquet di aromi, un viaggio voluttuoso, un istante d’evasione. kokeicha
Ai cantori delle false verità ricordo che la loro voce non basta a rendere reale l’immaginario, perché, come tanti italiani, io sono un cervello pensante.
La realtà non è aleatoria.
Kokeicha
Kokeicha è prima di tutto italiana. Amante del tè, da cui deriva il nome del suo avatar, vive un po' di qua e un po' di là. Ama viaggiare, ama scrivere (da cui l'esigenza di un blog), fotografare, sperimentare nuove ricette. Ama la gente, e si diverte a leggere negli occhi delle persone le storie che si portano dentro.
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