La settimana scorsa ho smarrito per strada chissà dove il mio portachiavi. Certo non si tratta di un anello di diamente, ma era QUEL portachiavi acquistato inconsciamente due volte in un mercatino di Natale e che condividevo come portafortuna con mia sorella.
Lo scorso fine settimana ho smarrito la spilla che faceva da chiusura a uno dei miei maglioni preferiti; l’avevo acquistata a Parigi, cercandola in lungo e in largo per tanti negozi. Non si trattava certo di una spilla di grande valore, ma era sobria e perfetta per quel maglione, e per me.
Stamattina mi sono resa conto di non aver più nella mia libreria un libro al quale tenevo molto, soprattutto per questioni lavorative, che avevo quasi gelosamente messo da parte per tirarlo fuori nel momento in cui sarebbe servito. Ecco, il momento è arrivato ma il libro non si trova. Non c’è! Ho fatto mille volte il percorso dei dorsini della mia libreria, percorrendoli avanti e indietro, alla ricerca del titolo magico, eppure nulla. Non c’è.
Detesto prestare le mie cose, sono molto gelosa dei miei oggetti perché ognuno di essi rappresenta una storia, e non sono capace, lo ammetto, di rinunciarvi. Figurarsi quando si tratta di perdere un portafortuna, una spilla quasi decennale, un libro. Vado in crisi, e non c’è da andarne fiera, al pensiero che nulla in futuro potrà mai rimpiazzare ciò che è andato perduto… e solo mentre formulo questo pensiero, digitando sulla tastiera del mio ormai vecchio MacBook mi rendo conto che questo discorso ha radici lontane, radici che affondano nella mia infanzia, quando presto imparai che non c’è rimpiazzo possibile per ciò che si è perduto, perché certe cose non tornano. Punto e basta. Ma ne arrivano di nuove. Sorrido. E penso che sono cresciuta, malgrado il nodo allo stomaco…
14 febbraio 2012 at 13:37
E’ vero, @Kokeicha, ciò che si è amato e si perde … non ci verrà mai restituito, e qualunque sostituto che ci procurassimo ci apparirà un mesto surrogato dell’ originale ! 😐
Eppure, e non ne conosco il motivo, capita non di rado che oggetti – ritenuti smarriti – siano stati invece da noi stessi riposti in posti inusuali, impensabili poi e quindi difficili da rinvenire quando, ragionando a mente distesa, li andiamo a cercare dove di solito li custodivamo .
Non ti meravigliare quindi se il tuo libro, o la spilla, o il portachiavi, ti ritornino improvvisamente nelle mani, io te lo auguro con tutto il cuore, giacchè condivido con te la passione e per i libri ( adorati … ), e per gli oggetti che raccolgono le nostre emozioni !!!
@Bruno
Ps. Buon SAN VALENTINO !!! 😀
14 febbraio 2012 at 14:35
Grazie! 😀
e buon san valentino anche a te 😉
14 febbraio 2012 at 14:53
Mi ricordo in un episodio di una serie televisiva, “Streghe” per l’esattezza, a un certo punto viene pronunciato un incantesimo per il ritorno degli oggetti perduti, e non vi dico cosa ricompare in quella casa, che in un battibaleno diventa un ingestibile magazzino!
Anch’io però penso che qualcosa, di ciò che hai perso, lo ritroverai: da parte mia, scommetterei sul libro 🙂
15 febbraio 2012 at 10:04
A me succede l’esatto opposto, se già prima ero poco attaccato agli oggetti più passa il tempo e meno ancora mi affeziono. Anzi, ci sono momenti in cui farei volentieri un bel mucchietto tutto assieme con biglietto di sola andata per la pattumiera… parafrasando un celebre film: “alla fine gli oggetti che possiedi ti possiedono” e francamente trovo sia sano ritrovare dello spazio aperto, vuoto, dove tornare solo a respirare soltanto, senza altre invasioni nuove e saturanti.
15 febbraio 2012 at 15:28
@KarmaBurning: quanto hai ragione!
Leggi qui: http://ilmondodifigenia.wordpress.com/2011/07/25/lornitorinco/
Insomma, sono una posseduta! 😯
15 febbraio 2012 at 20:07
Ma … francamente, per “certi oggetti” potrei anche capirlo ( il secchione, dovrebbe essere – eseguita la cernita per il riciclo dei rifiuti – la loro naturale destinazione, con eccellente ritorno economico per la collettività e per la sanificazione dell’ ambiente 😀 ), ma “i libri”, quei libri che abbiamo letto e goduto conservandoli ( e conservandone, pagina dopo pagina, quelle lacrime o quelle risate … insomma quelle nostre emozioni ), quei libri che ci hanno insegnato non poco della vita ( e chi se ne frega, se alla fine saremo tutti e tutto polvere … ), sono “pezzi di noi”, e il solo pensiero della ‘pattumiera’ mi fà inorridire … e non credo di essere il solo ( anzi … ) a pensarla così .
Chi butterebbe, infatti, un pezzo della sua anima ???
17 febbraio 2012 at 11:51
Però quell’attimo di sconforto (o fastidio) nel non trovare quello che si cerca lascia un retrogusto amaro in bocca